L’estrazione dei terzi molari (denti del giudizio) è uno degli atti più frequenti che si eseguono in chirurgia orale. I terzi molari sono gli elementi permanenti più posteriori nelle arcate dentali. Sono anche gli elementi che si formano ed erompono più tardivamente e sono spesso colpiti da disturbi malformativi o di posizione.
Succede molto spesso che i denti del giudizio non abbiano spazio a sufficienza per poter erompere in arcata e così rimangono inclusi nell’osso. In alternativa può capitare che questi elementi erompano, parzialmente o interamente, ma con una posizione scorretta. Una evenienza piuttosto frequente è l’infezione e infiammazione del dente del giudizio in fase eruttiva. I microrganismi del cavo orale possono dare luogo a dei processi acuti di infiammazione che sono di difficile risoluzione data la loro tendenza a recidivare.
In simili situazioni è indicato fare ricorso all’intervento di estrazione dei denti del giudizio. Prima dell’atto chirurgico si eseguono di routine degli accertamenti radiografici (come la “panoramica” delle arcate dentarie) per comprendere il tipo di estrazione. Tale manovra può infatti avere gradi di difficoltà diversi da semplice a complessa.Nello specifico, le estrazioni complesse sono quelle dove gli elementi da estrarre hanno un rapporto di vicinanza con determinate strutture anatomiche di cui è molto importante rispettare l’integrità. Queste strutture di interesse sono i seni mascellari nel caso dei terzi molari superiori e il canale mandibolare nel caso dei terzi molari inferiori.
Specialmente nel caso dei denti del giudizio inferiori contigui al canale mandibolare è opportuno eseguire un approfondimento diagnostico mediante tomografia computerizzata per andare ad analizzare il dentenelle tre dimensioni dello spazio.
Il Dott. Roldano Romolini parla del dente del giudizio
Quanto alle manovre chirurgiche si distinguono procedure diverse legate alle diverse situazioni cliniche che si possono riscontrare nella bocca del paziente. Nel caso di un dente erotto, dopo l’anestesia locale, anche senza incisioni, con l’ausilio di leve e pinze apposite si estrae il dente facendolo muovere secondo la sua fisiologica via eruttiva. In caso di inclusione parziale, si può rendere necessario scolpire e sollevare un lembo. Nella maggior parte degli interventi si preferisce sezionare la corona dal corpo delle radici e rimuovere l’elemento a pezzi. Nel caso infine di inclusioni totali, l’intervento è analogo a quello descritto in precedenza ma la rimozione
di tessuto osseo che ricopre il dente è maggiore. In ogni caso chirurgico nel quale si scolpisce un lembo si applicano a fine intervento dei punti di sutura per sigillare le incisioni e mantenere l’alveolo riparato dall’ambiente orale.
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